La piccola casa e' il luogo in cui noi viviamo, cuciniamo, ascoltiamo,beviamo, sperimentiamo, leggiamo, impariamo, discutiamo, degustiamo, pensiamo, giochiamo e soprattutto ci divertiamo; lapiccolacasa è anche e soprattutto il mio personale quaderno di ricette, pensate, create, fotografate e provate, da condividere con tutti, ricette semplici da preparare ma davvero gustose
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9 gen 2015
La ricetta di un grande piatto tipico e tradizionale della cucina ligure e genovese: la farinata di ceci
Giusto ieri, sul mio profilo facebook, avevo postato la foto delle teglie di farinata che avevo appena terminato di preparare e infornato con la mia piccola principessa Ginevra; eccomi quindi qui a posare la ricetta per preparare questo grande piatto tipico genovese: la farinata.
Noi lo abbiam preparata aromatizzata con foglioline tritate di rosmarino e maggiorana, ma è ottima anche senza le erbette. Volendo potete anche provare a non far riposare la pastella che si ottiene miscelando farina di ceci e acqua, molti ora lo fanno ma la tradizione vuole un lungo periodo di riposo, io ho optato per una via di mezzo...
Ecco quindi la semplicissima ricetta per preparare questo grande e piatto genovese:
Ingredienti per due teglie ( 4 persone)
300 g di farina di ceci
1 litro d'acqua
1 decilitro di olio extra vergine di oliva
Sale
Olio extra vergine di oliva per le teglie
un po' di foglie di maggiorana e rosmarino
Tritare le foglie di rosmarino e di maggiorana. In una ciotola aggiungere la farina di ceci e l’acqua amalgamando per bene con un frustino, o una forchetta, ed evitando la formazioni di grumi, togliere la schiuma che si forma e lasciare riposare per qualche ora. Terminato il riposo della pastella, rimuovere l'eventuale schiuma quindi aggiungere l’olio, il rosmarino, la maggiorana e il sale, rimescolare per bene.
Prendere due teglie rotonde capienti e perfettamente piatte, ungerle per bene con dell’olio extra vergine di oliva. Accendere il forno e quando supera i 250 gradi inserire le teglie unte e lasciarle scaldare per una ventina di secondi, estrarle e versare la pastella precedentemente preparata facendola allargare per tutta la teglia. Cuocere quindi in forno per circa dieci minuti, quindi aprire leggermente per far uscire il vapore e cuocere per altri cinque minuti sempre a 250 gradi. Accendere quindi il grill e far dorare la superficie della farinata nelle due teglie.
Servire ne piatti con della carta assorbente o meglio carta paglia per assorbire l’olio in eccesso, quindi mangiare bella calda.
Buona farinata e buon week end a tutte e tutti!!!
7 nov 2014
La pasta il mare e il pesce azzurro: mezze penne con sugo di acciughe e sardine
Adoro il pesce azzurro, la sua freschezza, il suo sapore senza considerare che spesso è locale ed ha quasi sempre un ottimo rapporto qualità prezzo. Questa volta ho pensato di preparalo in una semplice ricetta per un'ottima pasta, delle mezze penne con sugo di acciughe. Un piatto davvero facile e veloce da preparare ma anche un primo gustoso e saporito. Io ho usato per l'appunto acciughe (sia la Fra che Ginevra ne van matte) e sardine ma potete anche usare altri pesci. Ho inoltre alla fine profumato con del basilico fresco del mio orterrazzo (orto sul balcone), vi consiglio di tenerne sempre un vasetto quando il tempo lo permette.
Quindi ecco la facilissima ricetta per queste delizioso primo di mare con acciughe e sardine:
Ingredienti per due persone
150 grammi di pasta
150 grammi di acciughe fresche
150 grammi di sardine fresche
200 grammi di pelati
un mazzo di basilico fresco
un cipollotto
Olio extra vergine di oliva
sale
uno spicchio d'aglio
Pulire i pesci eviscerandoli e deliscandoli, mettere su l'acqua, salare e quando bolle cuocerci le mezze penne. Tagliare a tocchetti i pelati scolarli e spezzettare pesce, tritare il cipolloto compreso il verde.
Versare in una ampia padella 4 cucchiai d'olio, quindi aggiungere il cipollotto e lo spicchio d'aglio (in quest'ultimo inserito uno stuzzicadenti così è più facile rimuoverlo), far imbiondire quindi eliminare lo spicchio d'aglio, aggiungere i pelati tagliati a tocchetti e far andare qualche minuti quindi aggiungere i filetti di pesce puliti poc'anzi , far andare per qualche minuti quindi aggiustare di sale.
Scolare la pasta e trasferirla nella padella col sugo, aggiungere un po' di foglie di basilico tritate grossolanamente (preferibilmente usate un coltello in ceramica e non in ferro). Saltare in padella per qualche decina di secondi quindi servire al centro dei piatti.
Buon appetito e buon week end a tutte e tutti.
Quindi ecco la facilissima ricetta per queste delizioso primo di mare con acciughe e sardine:
Ingredienti per due persone
150 grammi di pasta
150 grammi di acciughe fresche
150 grammi di sardine fresche
200 grammi di pelati
un mazzo di basilico fresco
un cipollotto
Olio extra vergine di oliva
sale
uno spicchio d'aglio
Pulire i pesci eviscerandoli e deliscandoli, mettere su l'acqua, salare e quando bolle cuocerci le mezze penne. Tagliare a tocchetti i pelati scolarli e spezzettare pesce, tritare il cipolloto compreso il verde.
Versare in una ampia padella 4 cucchiai d'olio, quindi aggiungere il cipollotto e lo spicchio d'aglio (in quest'ultimo inserito uno stuzzicadenti così è più facile rimuoverlo), far imbiondire quindi eliminare lo spicchio d'aglio, aggiungere i pelati tagliati a tocchetti e far andare qualche minuti quindi aggiungere i filetti di pesce puliti poc'anzi , far andare per qualche minuti quindi aggiustare di sale.
Scolare la pasta e trasferirla nella padella col sugo, aggiungere un po' di foglie di basilico tritate grossolanamente (preferibilmente usate un coltello in ceramica e non in ferro). Saltare in padella per qualche decina di secondi quindi servire al centro dei piatti.
Buon appetito e buon week end a tutte e tutti.
8 ago 2014
La ricetta di un'ottima frittura di pesce fresco per questa pazza estate 2014 - Acciughe, totani, acquadelle e gamberi rossi di santa margherita
Se c'è un piatto e una ricetta che tra tutte rappresenta l'estate per me questa frittura di pesce fresco, con il pescato del giorno, ma di solito non dovrebbero mai mancare acciughe e totani, poi a piacere il resto che si trova o che si è direttamente pescato.
L'altra sera con Ginevra stavam camminando lungo una passeggiata sul mare e si sentivano forti i profumi e odori che arrivavano dai vari ristoranti, tra tutti evidente era quella della frittura di totani. Ginevra mi ha guardato e mi ha detto "la prepariamo la frittura di pesce?" la mi risposta è stata "certo! ma tu mi dai una mano?" Lei ha sorriso e il giorno dopo, prima di andar in spiaggia, ci siam recati bello presto dal pescivendolo, oltre ai totani abbiam preso un po' di acciughe che ha pulito e asciugato Ginevra come si vede dalla fotto sotto, poi un po' di gamberi rossi di santa margherita e per finire un di acquadelle (laterini) , tanto per interdici tipo i pesciolini della nostra storica frittûa de pigneu che ha cantato anche Faber in Creuza de ma.
Se posso darvi un consiglio, ormai trito e ritrito, per la frittura usate pesce fresco! ve ne accorgerete nel sapore e tenerezza dei totani e poi i gamberi son davvero un'altra cosa! Un altro semplice consiglio è quello di far saltare sul setaccio i pesci infarinati in modo da eliminare la frittura in eccesso.
Detto fatto abbiam preparato il tutto in abbondanti dosi, tanto col fritto che avanza il giorno dopo si può preparare un ottimo scapece (presto la ricetta anche di quello), poi servito il tutto in carta paglia stropicciata. Serviti in tavola è stata una vera festa per le papille gustative, davvero un'ottima mangiata di pece!
Ecco la piccola Ginevra dietro a pulir le acciughe
Ecco quindi la ricetta per preparare un'ottima frittura di pesce fresco col pescato del giorno:
Ingredienti per 4 persone
300 grammi di acciughe fresche
400 grammi di totani
300 grammi di gamberi rossi di santa margherita
200 grammi di acquadelle latterini
farina
Olio di semi di arachidi
sale
pulire ed eviscerare le acciughe, levar la testa ai gamberi (non và gettata ma anzi ci si può preparare un ottimo fondo), pulire i totani levando la testa con i tentacoli (io non li ho usati nella frittura ma li ho preparato a parte) svuotando il sacco e dopo averlo pulito tagliarlo ad anelli. Infarinare quindi tutti i pesci e passarli al setaccio per eliminare la farina in eccesso. Mettere in padella abbondante olio di semi di arachidi quindi quando bello caldo (circa 180 gradi) cuocerci pochi alla volta i vari pesci (così facendo la temperatura non scende molto). Via via scolare i pesci e metterli ad asciugare su carta assorbente.
Stropicciare dei fogli di carta paglia e sistemarci la porzione di pesce, salare a piacere e servire in tavola.
Buon appetito e buon week end a tutte e tutti!
17 mag 2014
L'affare s'ingrossa disse qualcuno.... ovvero ecco gli ultimi nove nuovi arrivi nell'orterrazzo dopo un giro alla marina di Sestri
Lo so che il titolo potrebbe essere leggermente mal interpretato e fuorviante ... ma il mio orto sul balcone, o come lo chiamiamo noi "orterrazzo" ormai sta crescendo in maniera esponenziale, tra u n po' non ci sarà più posto neanche per passare .... considerando anche i nove nuovi arrivi di oggi .... si perché alla Marina di Sestri Ponente c'era la tradizionale fiera delle piante con la presenza di molti vivaisti con piante anche aromatiche di non sempre facile reperibilità. Anche quest'anno ci siamo andati con la piccola Ginevra e come sempre ci siamo caricati di piantine e piante... da camallare (parola tipica zeneize che significa trasportare da camallo il classico portuale che si caricava di sacchi) a casa ...
Ecco quindi oltre ad alcune piante ornamentali le nove nuove piante edibili che abbiamo trovato e preso:
Alcuni tipi di basilico:
basilico rosso red opax
basilico cannella
basilico thai
basilico limone
e poi:
salvia maxima - dalle foglie giganti ottime in pastella
cumino dei prati
Rumex Sanguines - una particolare e gustosa insalata
cerfoglio
pomodori gialli - davvero ottimi che ho già usato in varie ricette in passato.
Presto quindi troverete tutte queste piante nei piatti :-)
vi lascio una piccola curiosità, quando ho scritto nove nuovi arrivi ... mi è venuto in mente un classico e per alcuni difficile scioglilingua genovesi che dice: "A-o meu neuo gh'é neue nae neue: a ciù neua de neue nae neue a n'eu anâ" ovvero "Al molo nuovo ci sono nove navi nuove e la più nuova, delle nove navi nuove, non vuole andare" dove l'uso delle vocali è davvero magistrale!
Buona domenica a tutte tutti!
25 apr 2014
W il 25 Aprile! W la Resistenza !!! Grazi ragazzi vi saremo per sempre debitori!
Questa targa ricorda la Strage delle Benedicta, sull'appenino ligure dove i fascisti e i nazisti trucidarono 147 ragazzi Partigiani praticamente quasi disarmati, di questo eroi ben 75 furono fucilati dai granatieri fascisti ! Ci andiamo spesso e l'ultima volta ho scattato questa foto alla targa che li ricorda, rileggiamola ogni volta che possiamo, e riflettiamo sull'ultima frase "Volevano un'Italia migliore...." e noi?
Sinceramente son anche stufo delle false e antistoriche polemiche che montano ogni anno, basta con accomunare tutti... è davvero antistorico ci sono dei ragazzi che han lottato per la libertà e dei fascisti che invece uccidevano e torturavano indiscriminatamente .... quindi NON FACCIAMO CONFUSIONE………. Cosa si festeggia esattamente il 25 aprile? In Italia questa data, che è festa nazionale, coincide con l'anniversario della liberazione del paese, ossia la fine dell'occupazione nazista e del regime fascista in Italia.
,,,,,,,LA FINE DEL FASCISMO !!!!!!!!!
W il 25 APRILE! W LA RESISTENZA! W LA LIBERTÀ'! W L'ANTIFASCISMO ORA E SEMPRE
29 mar 2014
Nuovi arrivi e anticipazione della primavera sull'orterrazzo: Insalata foglie di quercia e la colonna delle fragole
L'orterazzo, ovvero l'orto in vaso sul terrazzo de lapiccolacasa, continua a crescere e con i primi raggi di sole mostra i primi frutti, non solo il pesco nano in fiore di qualche giorno fa, ma anche la colonna della fragole (vedi foto sotto) incomincia a presentare fiori e fragole per l'appunto ...
le piantine di insalata foglia di insalata foglia di quercia crescono rigogliose mentre crescione e rucola selvatica stan germogliando ...
Ma soprattutto è tutto merito della validissima giardiniera che mia aiuta nella cura dell'orterrazzo, la piccola principessa Ginevra .... :-)
18 nov 2013
Finger food di polpo con giardiniera fresca di verdure - la ricetta per la versione apericena di un classico della cucina.
La facilissima ricetta che presento oggi, è la versione per così dire finger food di un classico della cucina ligure, il polpo con la giardiniera di verdure. l'idea molto semplice in se è quella di preparare tanti piccoli contenitori con all'interno un po' di giardiniera fresca, un po' di polpo e un goccio di olio extra vergine di oliva, ognuno prima di gustarlo agiterà il contenitore ermetico in modo da condirlo. La scelta del contenitore non è solo estetica ma anche pratica, in quanto permette di preparare il tutto per tempo lasciando i contenitori in frigorifero in attesa di usarli nella giornata.
Ho scelto di preparare un polpo leggermente aromatizzato dal court bouillon al dragoncello e succo di lime, mentre la giardiniera l'ho preparata fresca e bella croccante, meno "acetosa" per così dire. Il risultato è stato davvero ottimo e come potete vedere nel video sotto il giudizio della piccola gourmet di casa, Ginevra, non lascia dubbi:
Ecco quindi la semplice e veloce ricetta per questo ottimo finger food di polpo e giardiniera fresca di verdure:
Ingredienti per una decina di vasetti
per il polpo
un polpo di circa 500 grammi
un porro
una carota
una costa di sedano
mezzo bicchiere di vino
il succo di un limone
un rametto di dragoncello
alcuni grani di pepe nero.
sale
per la giardiniera
due carote
un piccolo peperone rosso
un piccolo peperone giallo
una costa di sedano
uno zucchino
3 cipolline (tipo quelle borretane)
aceto di vino bianco un bicchiere circa
zucchero un cucchiaio colmo
sale
olio evo
Incominciare pulendo il polpo, farlo quindi cuocere per 30 minuti circa in acqua bollente con una costa di sedano, una carota, un porro, il rametto di dragoncello, il succo di lime il vino bianco, alcuni grani di pepe nero e un cucchiaio di sale grosso, passato il tempo spegnere e lasciare riposare a bagno nell'acqua di cottura per una decina di minuti quindi tagliarlo a pezzi.
Nel frattempo preparare la giardiniera: sbucciare le carote e le cipolle, pulire i peperoni eliminando i semi centrali, cubettare quindi tutte le verdure (tagliare a piccoli tocchetti) eccetto le cipolle che andranno tagliate una volta cotte. Mettere su l'acqua nella pentola aggiungere un bicchiere di aceto di vino bianco, un cucchiaio di zucchero e regolare di sale, vi consiglio di assaggiare per regolare eventualmente l'acidità / dolcezza, quando bolle cuocerci le verdure per circa dieci minuti, anche in questo è conveniente assaggiare e decidere il grado di "croccantezza" voluto, scolare, tagliare a pezzetti anche le cipolline e mettere a freddare da parte.
Nei contenitori ermetici mettere due strati alternati di polpo, giardinera, quindi versare un filo di olio extra vergine di oliva, chiudere e conservare al fresco, in attesa dell'utilizzo.
Servire con forchettine e consigliare a tutti di agitare i contenitori in modo da condire con l'olio, volendo si può citare l'intramontabile frase di James Bond in Casino Royale "Shaken, not stirred!"
Buon appetito e buona settimana a tutte e tutti!
23 ott 2013
Gamberi di Santa Margherita saltati in padella con gewurztraminer e timo limone - quando è la qualità degli ingredienti a far la ricetta
Mentre andavo lentamente verso casa con il mio bel chilo e mezzo di gamberi pensavo a come prepararli, un po' sicuramente li avrei congelati, ma un po' li avrei fatti alla sera stessa. Ho cercato quindi di immaginarmi in testa una ricetta e alla fine ho optato per una ricetta semplice e velocissima, meno di cinque minuti, visto che volevo aprirmi una bottiglia di Gewurztraminer, in particolare in frigo avevo l'ottimo Crescendo di Ritterhof), ho pensato di usare il profumo fruttato e speziato durante la rapida cottura dei gamberi, facendoli saltare a fiamma vivace proprio insieme allo stesso vino e per esaltare ulteriormente il profumo di fresco ho aggiunto un po' di rametti di timo limone, è davvero ottimo profuma di limone e lime ma non apporta acidità al piatto.
Come dicevo la ricetta semplicissima è anche velocissima, anche grazie alla qualità degli ingredienti; in cinque minuti i gamberi al gewurztraminer erano al centro del piatto, la prova assaggio è stato poi superata in maniera brillante, la stessa piccola principessa Ginevra se ne è letteralmente divorata due piatti.
Ecco quindi come preparare questi fantastici gamberi al Gewurztraminer:
Ingredienti per due persone
400 grammi di Gamberi viola di Santa Margherita freschi
Gewurztraminer
timo limone fresco
Olio extra vergine di oliva
sale
Risciacquare i gamberi quindi asciugarli per bene, in una padella far scaldare 3 cucchiai d'olio quindi aggiungere i gamberi e farli andare a fiamma alta per un minuto, aggiungere quindi il gewurztraminer, mezzo bicchiere, alcuni rametti di timo limone, una presa di sale e terminare la cottura per un paio di minuti facendo svaporare il vino. Servire al centro del piatto decorando con qualche rametto di timo limone.
Buon appetito a tutte e tutti!
10 ago 2013
La cucina tradizionale italiana: trippe cento pelli con fagiolane e pomodori - un ottimo piatto buono anche fresco
Quello di oggi è piatto tipico della cucina ligure, le trippe con le fagiolane, è così tipico che il trippaio, oltre le trippe vende anche le fagiolane lessate. Purtroppo i trippai, come altri negozi tipici, anche da Genova stan sparendo, ma qualcuno ancora resiste e così ogni volta che riesco ci passo e scelgo le trippe per la ricetta che voglio preparare, questa volta ho optato per un po' di classica centopelli e un po' di gentile con rimane un po' più croccante, logicamente ho preso anche un po' di fagiolane. Ho poi scelto di non cuocere troppo le trippe, in realtà son già cotte, e nelle ricette più tradizionali si fan cuocere un po' troppo sino a renderle mollicce, 20- 30 minuti son più che sufficienti e le trippe mantengono una deliziosa consistenza. Se la giornata è particolarmente calda come quelle di questa settimana, con il termometro costantemente sopra i 30 gradi... vi consiglio di prepararle prima e poi mangiarle appena tiepide o fresche. Io l'ho portato pure al mare ....
Ecco quindi come preparare questo semplice ma davvero gustoso piatto tipico della cucina tradizionale genovese:
Ingredienti per due persone
400 grammi di trippe miste (centopelli, gentile)
200 grammi di fagiolane lessate
200 grammi di pelati
una carota
una piccola cipolla
uno spicchio d'aglio
prezzemolo tritato
vino bianco secco
olio extra vergine di oliva
brodo di verdure
sale e pepe
Pelare la carota, sbucciare la cipolla quindi fare andare con fiamma bassa in un casseruola capiente con uno spicchio d'aglio e qualche cucchiaio di olio extra vergine. Quando prendono colore aggiungere le trippe, bagnare con mezzo bicchiere di vino bianco e far sfumare. Tagliare a pezzetti i pomodori pelati aggiungerli alle trippe, bagnare con poco brodo di verdure, quindi far andare per quindici minuti, aggiungere le fagiolane lessate, aggiustare di sale e pepe, far cuocere per altri cinque / dieci minuti, aggiungere un po' di prezzemolo tritato fresco, mescolare bene, quindi servire al centro dei piatti.
Buon appetito a tutte e tutti!
200 grammi di pelati
una carota
una piccola cipolla
uno spicchio d'aglio
prezzemolo tritato
vino bianco secco
olio extra vergine di oliva
brodo di verdure
sale e pepe
Pelare la carota, sbucciare la cipolla quindi fare andare con fiamma bassa in un casseruola capiente con uno spicchio d'aglio e qualche cucchiaio di olio extra vergine. Quando prendono colore aggiungere le trippe, bagnare con mezzo bicchiere di vino bianco e far sfumare. Tagliare a pezzetti i pomodori pelati aggiungerli alle trippe, bagnare con poco brodo di verdure, quindi far andare per quindici minuti, aggiungere le fagiolane lessate, aggiustare di sale e pepe, far cuocere per altri cinque / dieci minuti, aggiungere un po' di prezzemolo tritato fresco, mescolare bene, quindi servire al centro dei piatti.
Buon appetito a tutte e tutti!
9 lug 2013
Come preparare degli ottimi frisceu : Frittelle con cipollotti e lattuga - la cucina regionale tipica ligure
Uno dei tanti bei
ricordi che ho della mia infanzia è il sacchettino di carta con dentro i
frisceu comprati alle varie feste estive
che si organizzavano alla Canova, il quartiere dove son vissuto per tanti anni,
quando ci penso mi sembra ancora di sentirne il sapore salato ma fantastico.
Per chi non lo sapesse i frisceu sono le tipiche frittelle di pastella liguri, davvero ottimi, un finger food ante litteram, anzi per la precisione nel caso dei ricordi di noi ragazzi un vero street food, qualcosa che ti entra dentro, e il ricordo si unisce a quelle serate spensierate, una altra era ormai forse, ma che bella che era ...
Con questi grilli che mi giravano per la testa ho preparato questa semplicissima variante, in pratica alla ricetta originale ho solo aggiunto un cipolloto, giusto per dare un brio in più a queste fantastiche ed inimitabili fritelle!
Vi lascio sotto la ricetta e scusate ma corro a mangiarmi l'ultimi sacchettino di frisceu che ho preparato :-)
Con questi grilli che mi giravano per la testa ho preparato questa semplicissima variante, in pratica alla ricetta originale ho solo aggiunto un cipolloto, giusto per dare un brio in più a queste fantastiche ed inimitabili fritelle!
Vi lascio sotto la ricetta e scusate ma corro a mangiarmi l'ultimi sacchettino di frisceu che ho preparato :-)
Ingredienti per quattro persone :
500 grammi di farina 00
due tuorli d'uovo
un cipollotto compreso il verde
il cuore di una lattuga
Olio di semi di arachidi
una bustina di lievito di birra
sale fino
acqua
Iniziare preparando la pastella mettendo in una ciotola abbastanza grande tutta la farina lavorandola con un po' d'acqua, fino ad ottenere una pasta abbastanza fluida. Aggiungere il lievito, una presa di sale e i tuorli d'uovo, lavorare per bene la pastella quindi lasciare lievitare per almeno un'ora coprendo con un canovaccio (picaggietta). Quindi aggiungere la lattuga e il cipolloto tagliati a listarelle molto corte. Mescolare per bene il tutto quindi friggere cucchiaiate di pasta nell'olio bollente. Quando le frittelle avranno raggiunto un bel colore dorato, raccoglierle con una schiumarola, farle sgocciolare bene e sistemarle su di un piatto coperto da carta assorbente, servire i frisceu belli caldi magari in tanti sacchetti di carta paglia.
Buon appetito a tutte e tutti!
500 grammi di farina 00
due tuorli d'uovo
un cipollotto compreso il verde
il cuore di una lattuga
Olio di semi di arachidi
una bustina di lievito di birra
sale fino
acqua
Iniziare preparando la pastella mettendo in una ciotola abbastanza grande tutta la farina lavorandola con un po' d'acqua, fino ad ottenere una pasta abbastanza fluida. Aggiungere il lievito, una presa di sale e i tuorli d'uovo, lavorare per bene la pastella quindi lasciare lievitare per almeno un'ora coprendo con un canovaccio (picaggietta). Quindi aggiungere la lattuga e il cipolloto tagliati a listarelle molto corte. Mescolare per bene il tutto quindi friggere cucchiaiate di pasta nell'olio bollente. Quando le frittelle avranno raggiunto un bel colore dorato, raccoglierle con una schiumarola, farle sgocciolare bene e sistemarle su di un piatto coperto da carta assorbente, servire i frisceu belli caldi magari in tanti sacchetti di carta paglia.
Buon appetito a tutte e tutti!
22 mag 2013
Hasta Siempre Don Andrea Gallo ! addio Don un vero uomo sempre con gli ultimi esempio per ognuno di noi
Oggi è un giorno triste per tutti noi, sicuramente in paradiso sarà una festa grandissima ma sulla terra la tristezza ci avvolge, un piccloo ma Grande uomo ci ha lasciato, Don Andrea Gallo, il sacerdote degli ultimi, che ha speso tutta la sua vita per aiutare tutti, specialmente quelli che nessuno voleva aiutare ci ha lasciato, è sicuramente volato dritto in Paradiso, però mi mancherà anzi a tutti mancherà perché sono persone come lui che ancora, nonostante tutto, ci danno la voglia di lottare e andare avanti, di credere che c'è sempre qualcuno che vive per gli altri come lui ha fatto per tutta la sua vita!
Hasta siempre Don Andrea Gallo!!
Hasta siempre Don Andrea Gallo!!
9 mag 2013
Una piccola novità per la piccola casa : tutte le mie ricette in ordine alfabetico per tipologia e portata
![]() |
(Max Fattorini e l'osso buco) |
Oggi nessuna ricetta particolare anche se nella foto, come
da didascalia, sono alle prese con gli osso buchi, ma semplicemente un post di
servizio per presentare una piccola novità. In questi oltre sei anni e mezzo di blog ho modificato
pochissimo il layout del blog limitandomi a piccole migliorie (forse) anche la
novità che vi presento oggi va in questo senso, da alcuni giorni (una tartare
di pesce crudo come premio a chi se ne era accorto prima) ho aggiunto delle
pagine fisse al cui interno sono riepilogati i titoli e i link delle ricette
che ho pubblicato fino ad ora, per
andare in queste pagine basta guardare poco più in altro sopra il post e
cliccare sui vari macro argomenti (primi, secondi, pesce, ….). Come potete
vedere le categorie sono ancora in costruzione anche perché con quasi novecento
ricette pubblicate … ci vuole tempo …. Anzi
se volete suggerire qualche macroargomento particolare scrivitelo direttamente nei commenti a questo
post, mandatemelo via mail, scrivetemelo su face book, Viber, segnali di fumo …
insomma sono apertissimo a qualsiasi suggerimento. Spero che questa piccola novità possa essere utile a tutte e tutti per trovare meglio le ricette. Stay tuned !
27 dic 2012
Una semplice ma gustosa ricetta per il cenone dell'ultimo dell'anno: Trofie di castagne con pesto, fagiolini pinoli e pomodorini
Ecco un'ottima ricetta, che nasce da una mia veloce mia rivisitazione della tradizione genovese, le trofie o troffie di castagne al pesto un piatto gustoso che nasceva povero ma in realtà di gusto e sapore. Alcuni giorni or sono pensavo a primo da preparare per la cenone dell'ultimo dell'anno, volevo qualcosa di gustoso, saporito ma leggermente "insolito", visto che avevo della farina di castagne da far andare ho pensato subito ai gnocchi, ho però poi optato per le trofie. Qui a Genova esiste una lunga tradizione nel preparare le trofie sia di farina di grano che di castagne al pesto, ho quindi pensato di renderle ancora più gustose "richiamando" il sugo alla Portofino aggiungendo dei pomodorini, poi i fagiolini vengono da se ... con il pesto così come i pinoli, che danno una note croccante al tutto. Per il renderle ancora più gustose è farle cuocere insieme ai fagiolini vengono davvero ottime, basta stare attenti ai tempi di cottura, prima i fagiolini cornetti poi le trofie fresche. Una ricetta davvero semplice da preparare, veloce e soprattutto ottima, la piccola Ginevra se ne è mangiato un bel piattone e poi ha fatto anche il bis! Un piatto di pasta per grandi e piccoli ideale appunto anche per la cena di San Silvestro, oltretutto la suo cremosità e gli ingredienti a pezzi abbastanza grandi, fan si che che si possa mangiare anche tranquillamente in piedi, riducendo il rischio di sporcarsi :-)
Ecco quindi come preparare questa ottima pasta che ho pensato per il cenone di capodanno:
Ingredienti per due persone
una manciata di pinoli
pesto genovese (per la ricetta del pesto vedi qua)
una manciata generosa di fagiolini
una decina di pomodori ciliegini
per le trofie di castagne:
100 grammi di farina di castagne
100 grammi di farina bianca
sale
acqua
Setacciare assieme i due tipi di farina e versarli a fontana sulla spianatoia; formare un incavo al centro e aggiungere un cucchiaino di sale fino quindi acqua sufficiente a formare un impasto belo sodo e omogeneo. Staccarne via via dei pezzettini della grandezza di un fagiolo, formare dei piccoli bastoncini molto sottili con la pasta, appoggiarci in diagonale uno stecchino di legno e farlo rotolare in modo che la pasta ci si attorcigli sopra formando delle spirali a forma di trofia. Sfilarle con delicatezza e lasciarle riposare su un telo pulito per circa mezz'ora.
Nel frattempo spuntare i fagiolini, lavarli per bene quindi tagliarli a metà. Lavare i pomodorini e tagliarli in quattro spicchi. Mettere su l'acqua quando bolle salare e lessare i fagiolini per una decina di minuti, aggiungere quindi le trofie e cuocerle al dente (un paio di minuti van bene di solito), scolare e trasferire in una ciotola grande, aggiungere i pomodori, una manciata di pinoli e un bel po' di pesto genovese, condire per bene, quindi servire al centro dei piatti, aggiungendo ancora un po' di pinoli.
Buon appetito a tutte e tutti e buona preparazione del cenone del 31 dicembre !!
18 dic 2012
Un grande classico della cucina di natale: la mia ricetta per il fantastico Cappon Magro della tradizione Genovese ...un po' rivisitato e semplificato
Il Cappon Magro è uno dei piatti principali della cucina ligure e in particolare genovese per le feste di Natale, è un preparazione molto laboriosa a base di pesce,verdure e gallette del marinaio, ricchissima di sapore e gusto. Ne esistono molte varianti e la tradizione vuole che nasca come piatto dei servitori che mettevano da parte gli avanzi dei pranzi dei ricchi, altri invece pensano che, visto lo stile "barocco" della preparazione nasca nel XVI secolo da abili cuochi al servizio delle grandi famiglie nobiliari e che venisse chiamato anche "biscotto farcito" perché tra i vari strati di gallette inumidite in acqua e aceto si ponevano strati di pesci, verdure e legumi tutti lessati. Il nome Cappon Magro pare derivare non tanto dal fatto che il cappone fosse il pesce utilizzato ma che essendo a base di pesce e di avanzi si chiamasse magro in contrapposizione all'opulento cappone grasso.
Nella gastronomia moderna ha subito molte variazioni anche per venire incontro al mutare dei gusti e viene ormai proposto in molte varianti, accompagnato di solito da una salsa molto simile alla bernese. Nei mesi antecedenti al Natale molte scuole di cucina del territorio ligure tengono dei corsi interamente dedicati alla preparazione di questa prelibatezza, che come dicevo non è di per se difficile ma molto laboriosa, anche per tutti gli ingredienti van cotti separatamente e assemblati alla fine quando verranno uniti insieme con la gelatina.
Nella mia variante ho innanzitutto diminuito il numero di ingredienti, ho quindi pensato di "estrarre" la salsa servendola a parte e utilizzando la bernese al posto della classica verde, ho quindi utilizzato delle fette di pancarré seccato a posto delle gallette del marinaio, e oltre al pesce con la polpa bianca (ho optato per della gallinella) ho aggiunto anche del salmone. Come verdure ho optato per le immancabili carote, fagiolini, patate e logicamente la barbabietola che da colore. Ho quindi aggiunto dei gamberi cotti al vapore, ho quindi "impacchettato il tutto" con della gelatina.
Per ottenere tante fette mono porzione vi consiglio di assemblare tutto in casseruola rettangolare o se ne volete preparare meno fate come me in uno stampo da plumcake grande.
Logicamente è un piatto che si mangia freddo e quindi deve essere preparato il giorno prima, per la ricetta no ho dato indicazioni se non di massima in quanto dipende dalla grandezza degli strati, dalla grandezza del contenitore, insomma occorre andare un po' ad occhio ....
Ingredienti per almeno sei persone
fagiolini cornetti freschi
due tranci di salmone
una ventina gamberi
Pancarré secco
una gallinella sfilettata
qualche carota carote
una barbabietola cotta al forno
alcune patate
sei fogli di colla di pesce (gelatina)
un bicchierino di porto bianco
sale
ingredienti per la salsa bernese
3 rossi d’uovo freschi
150 ml di burro chiarificato fuso
1 scalogno tritato finemente
2 cucchiai di foglie di dragoncello tritato
1 cucchiaino di pepe nero pestato al momento
pepe bianco
60 ml. di aceto di vino bianco
sale fino
Pelare le patate e le carote, spuntare i fagiolini, quindi lessare le verdure in acqua salata, ognuna per contro proprio in modo da mantenerne i sapori separati. Cuocere, separati al vapore i due filetti di gallinella e i tranci di di salmone; una volta freddati pulire i tranci di salmone levando la pelle e la lisca centrale, farli a pezzetti e salari leggermente. Tagliare la crosta dal pancarré secco quindi ammollare le fette con un po' di acqua e aceto. Spellare le patate e le carote e tagliarle a fette, tagliare in tre i fagiolini, sbucciare la barbabietola e tagliarla a fette. A questo punto quasi tutti gli ingredienti sono pronti e si può procedere con la costruzione del cappon magro. Prendere una teglia da pancarré di stampo rettangolare abbastanza profonda quini coprirla con carta di nylon facendone uscire dai tutti i lati un bel po', sarà poi più semplice far uscire il cappon magro dallo stampo; quindi sistemare sul fondo un primo strato di pancarré ammollato, aggiungere quindi uno strato di barbabietole a fettine poi uno di polpa di gallinella, uno di carote, uno di polpa di salmone, uno di fagiolini, uno di fettine di patate e un altro di pancarré ammollato. a questo punto pressare delicatamente.
Ammollare la gelatina d'acqua, intiepidire mezzo litro d'acqua quindi versarci il porto una presa di sale e scioglierci dentro la gelatina ben strizzare. Versare la gelatina sciolta sino a coprire il contenuto dello stampo, mettere quindi a riposare in frigo per tutta una notte coprendo con un coperchio o con altra carta trasparente.
Ora è il momento di passare alla ricetta per la salsa bernese, ecco come prepararla:
Versare in una piccola casseruola l’aceto quindi aggiungere lo scalogno, il pepe nero pestato e un cucchiaio di dragoncello, portare ad ebollizione e fare ridurre sino ad avere un paio di cucchiai di liquido. Togliere quindi dal fuoco e passare col colino versando il tutto in una ciotola. Sistemare la ciotola su una pentola con acqua calda per cuocere a bagno maria, versare i tuorli d’uovo, una presa di sale a piacere e sbattere sino a quando il tutto diventa soffice, togliere dal fuoco, versare poco a poco il burro chiarificato fuso sbattendolo con una spatola per incorporare bene. se si addensa troppo aggiungere poca acqua, Completare quindi con con l’altro cucchiaio di dragoncello tritato e una grattugiata di pepe bianco.
Il giorno dopo per prima cosa preparare i gamberi levando le teste , levargli il guscio, le zampe e il
budello centrale nero, aiutatevi con uno stecchino viene via più
facilmente, quindi cuocerli al vapore per alcuni minuti, salarli leggermente metterli da parte.
A questo punto è finalmente giunto il momento di impiattare il tutto, la gelatina si sarà solidificata e renderà più semplice le operazioni. Su di un piatto abbastanza grande o ancor meglio su di un tagliere rovesciare lo stampo quindi delicatamente rimuovere la carta trasparente; tagliarlo prima per il lungo e poi per largo ottenendo tanti piccoli parallelepipedi, sistemarne un paio per piatti quindi accompagnare con un cucchiaio di salsa bernese e con uno o due gamberi cotti al vapore.
Non mi resta che salutarvi con il classico buon appetito a tutte e tutti e, con un po' di anticipo, incominciare ad augurarvi buone feste a tutte e tutti !
18 mag 2012
La tradizione rivisitata: pancakes di farina di fave con sardo fresco, salame di sant'olcese e semi di finocchietto
La ricetta di oggi è una semplice ma gustosa variazione di uno dei classici della cucina liguri di questo periodo, fave (basanne in lingua genovese), salame e sardo fresco. Ne ho già scritto altre volte ad esempio qui e qui, questa volta ho però pensato di presentare questo fantastico piatto in maniera un po' diversa, avevo della farina di fave che volevo utilizzare in maniera un po' originale, ho quindi ipotizzato di prepare dei piccoli pancakes a base di farina di fave, a cui abbinare il sardo fresco e il salame, ho poi pensato di aggiungere anche un po' di semi di finocchio che danno freschezza e aiutano la digestione. Mi son messo sotto e ho quindi preparato questa versione finger food rivisitata per alcuni amici che avevo a casa per un aperitivo, ho sistemato i piatti al centro del tavolo e mentre stavo ancora riempiendo di ghiaccio lo shaker i pancakes stavano sparendo... meno male che avevo ancora ingredienti perché ho dovuto prepararne una seconda razione ... quindi posso affermare che la prova gusto è stata superata a pieni voti!
Se non trovate il salame di Sant'Olcese, tipico a Genova e prodotto nell'omonimo paese sulle colline adiacenti alla città, potete usare quello di Felino o simile.
Ecco quindi la ricetta per questi curiosi ma gustosissimi pancakes:
Affettare il salame, quindi tagliare il sardo fresco, aiutandosi con un coppa pasta, a dischi della dimensione delle fettine di salame. Inburrare una piastra da crepes con poco burro quindi cuocerci i pancakes sopra versando un po' di composto con un piccolo mestolo. cuocerli da un lato sino a che incominciano a fare le prime bollicine quindi girarli e cuocerli per qualche istante ancora.
Sistemare i pancakes nei piatti quindi quindi coprirli ognuno con una fetta di sardo fresco e una di saleme, aggiungere in ogni piatto una presa di semi di finocchio versandoli sopra e in torno ai pancakes .
Se non trovate il salame di Sant'Olcese, tipico a Genova e prodotto nell'omonimo paese sulle colline adiacenti alla città, potete usare quello di Felino o simile.
Ecco quindi la ricetta per questi curiosi ma gustosissimi pancakes:
Ingredienti per 4 persone
100 g Farina di fave
100 g di farina di grano 00
Sardo Fresco
salame di Sant'Olcese
semi di finocchio
mezza bustina di lievito
un uovo
una tazza di latte
sale
burro
Ina una boulle (ciotola) versare la farina di fave, la farina 00, una tazza di latte, mezza bustina di lievito, romperci l'uovo fresco e qualche pizzico di sale, mescolare bene con una frusta sino ad ottenere una crema densa omogenea, se risultasse troppo liquida aggiunge ancora un po' di farina. Lasciar riposare 30 minuti.
Buon appetito a tutte e tutti e buonissimo week end!
17 apr 2012
L'abbinamento insolito: calamari alla piastra con pesto genovese e sale alla liquirizia
Proprio così un abbinamento insolito, almeno per me, non avevo mai pensato di unire pesto e pesce, in particolare i molluschi, Sabato scorso però ho comprato dei bei piccoli calamari freschi per farli alla piastra, volevo abbinarli alla salsa, mi stavo chiedendo quale salsa quando la fra mi ha ricordato che dovevo finire il pesto ... a quel punto mi si è subito acceso una lampadina in testa, ho cercato di immaginarmi l'abbinamento pesto / calamari, ho pensato che poteva andare bene, mancava però un sapore particolare, un qualcosa che uscisse fuori facendosi notare ma si sposasse bene con il resto; cercando nel mio cassetto delle spezie mi capitato tra le mani il sale alla liquirizia, l'ho guardato, annusato, assaggiato e ho detto "ci siamo" il suo profumo e sapore di liquirizia andava benissimo con le note tostate dei calamari e la rotondità del pesto genovese.
Detto fatto il piatto in un istante era pronto. Ho cotto pochi minuti, un paio, i calamari e messi sopra il pesto, poi aggiunto il sale alla liquirizia, giusto il tempo di preparare la foto e scattarla che la fra aveva già finito la sua porzione! La prova del gusto era quindi superata alla grande, e devo dire che è un abbinamento particolare ma davvero gustoso, voglio sperimentare anche qualche altro piatto che presto pubblicherò, stay tuned!
Ingredienti per due persone
8 calamari (ca. 700 gr di peso) freschi
alcuni cucchiai di Pesto genovese ( la ricetta è qua)
Sale alla liquirizia
Olio evo
Pulire i calamari eliminando l'interno, gli occhi e il becco, quindi levargli al pelle esterna, quindi farli andare insieme ai loro tentacoli su una bistecchiera in ghisa con un po' di olio evo nebulizzato. Cuocerli pochi minuti girandoli.
Su di un piatto sistemare a specchio un po' di pesto, quindi adagiarci sopra i calamari, spolverare con il sale alla liquirizia. Decorare quindi il piatto con po' di pesto e un po' di sale.
Buon appetito a tutte e tutti.
Detto fatto il piatto in un istante era pronto. Ho cotto pochi minuti, un paio, i calamari e messi sopra il pesto, poi aggiunto il sale alla liquirizia, giusto il tempo di preparare la foto e scattarla che la fra aveva già finito la sua porzione! La prova del gusto era quindi superata alla grande, e devo dire che è un abbinamento particolare ma davvero gustoso, voglio sperimentare anche qualche altro piatto che presto pubblicherò, stay tuned!
Ingredienti per due persone
8 calamari (ca. 700 gr di peso) freschi
alcuni cucchiai di Pesto genovese ( la ricetta è qua)
Sale alla liquirizia
Olio evo
Pulire i calamari eliminando l'interno, gli occhi e il becco, quindi levargli al pelle esterna, quindi farli andare insieme ai loro tentacoli su una bistecchiera in ghisa con un po' di olio evo nebulizzato. Cuocerli pochi minuti girandoli.
Su di un piatto sistemare a specchio un po' di pesto, quindi adagiarci sopra i calamari, spolverare con il sale alla liquirizia. Decorare quindi il piatto con po' di pesto e un po' di sale.
Buon appetito a tutte e tutti.
8 mar 2012
Variazioni sulla cucina ligure: La buridda di totani con piselli e senape nera

Era un bel po' che non preparavo una buridda, un tipico piatto ligure a base solitamente di seppie, lo avevo persin postato parecchio tempo fa qui diciamo agli albori del blog oltre cinque anni fa ... (mi scuso ma all'epoca scattavo le foto con il cellulare e venivano come venivano ..), beh non è con son cinque anni che non la preparo ... però qualche mese certamente si, questa volta però ho voluto un po’ modificare la ricetta innanzi tutto invece che le seppie ho usato i totani, da buon genovese erano in offerta …, inoltre ho deciso di aromatizzarlo con dei semi di senape nera biologica, li trovo deliziosi e molti aromatici, e poi ogni volta che li vedo così piccoli come sono mi viene in mente quel che passo che recita “Se avreste fede quanto un granello di senape …” ecco penso che la maggior parte delle persone se va bene non hanno mai visto un seme di senape e alcuni, purtroppo, pensano pure che la seme è un liquido denso …. che vendono ai supermercati.
Tornando alla ricetta dicevo che ho scelto di aromatizzarla con dei semi di senape per darli quel carattere un po’ “frizzantino” che deve avere, d'altronde a Genova si dice “è scoppiata una buridda” per dire quando son nate discussioni che quasi sfociano nello scontro, anzi spesso ci finiscono proprio… Il risultato finale è stato davvero perfetto, il frizzante c’era ma non era ne forte ne piccante, perfetto anche perché il sentore leggero e lontano di senape si è davvero ben amalgamato con gli altri ingredienti, e alla fine abbiam pure preparato dei crostini di pane per fare puccetta nell’ottimo brodo sugo rimasto. Ecco quindi la ricetta per preparare questa ottima e particolare zuppa di pesce, la buridda di totani.
Ingredienti per 4 persone
Un chilo e mezzo circa di totani di medie dimensioni.
4 cucchiai Passata di pomodoro
300 gr di piselli
un pizzico di zafferano
1 cipolla bionda
1 spicchio d'aglio
Brodo di verdure
Un cucchiaio di semi di senape nera biologica
prezzemolo tritato fresco
un bicchiere di vino bianco secco (Vermentino, Pigato, Bianchetta)
Olio extra vergine di oliva
1 acciuga sotto sale
sale
Pulire bene i totani eliminando le viscere e il becco e levando la pelle, se sono medi come i miei (vedi foto) separare solamente i tentacoli dalla testa, altrimenti se più grandi tagliarli a pezzi medi.
Tritare finemente al cipolla e farla rosolare con un po’ d’olio insieme all’aglio e l’acciuga sotto sale. Appena incominciano a prendere colore aggiungere i totani e farli andare qualche minuti, bagnare con il vino bianco e far sfumare, quindi aggiungere la passata di pomodori, i semi di senape nera e coprire con il brodo di verdure caldo, aggiungere il vino rimasto, alcuni pistilli di zafferano, aggiustare di sale e cuocere a fuoco medio per una mezzora circa. Passato il tempo aggiungere i piselli sgusciati e cucinare per altri dieci minuti circa. Spolverare generosamente con il prezzemolo tritato e cuocere ancora per un minuto.
Servire nelle ciotole e accompagnare eventualmente con dei crostini di pane.
Buon appetito a tutte e tutti e auguri a tutte le donne del mondo, in particolare alla mia regina e alla mia piccola principessa (Fra e Ginevra).
2 mar 2012
101 motivi per cui è veramente bello vivere a Genova
Tempo fa ricevetti via mail questo elenco di motivi per cui è veramente bello vivere a Genova, subito non gli diedi molta importanza, poi alcuni giorni fa, facendo pulizia nella posta, mi è ricapitata tra le mani la mail e leggendola e rileggendola ho trovato questi "buoni motivi" davvero belli e azzeccati, ho quindi deciso di condividerli con tutti e pubblicarli, alcuni forse non saranno "comprensibili" per i non genovesi, vi assicuro però che rappresentano perfettamente il nostro carattere.
01. Una città che non sarà mai una metropoli, per fortuna.
02. Avere mare e monti a distanza di 30 minuti, forse anche meno.
03. Non conoscere il concetto di nebbia.
04. La “focaccia” calda a tutte le ore.
05. Il cielo terso che abbaglia gli occhi nelle giornate ventose.
06. Il silenzio irreale che si gode dalla cima della Lanterna.
07. I colori dell’orizzonte dopo una violenta burrasca.
08. La cucina genovese, che riesce ad essere ricca con quasi niente.
09. “Belìn”, questo nostro intercalare onesto, melodioso e mai volgare.
10. Il mare, ovunque.
11. Il centro storico più grande d’Europa.
12. Il centro storico più grande d’Europa, che non è una bomboniera
per turisti distratti, ma un luogo veramente abitato e vissuto.
13. Il centro storico più grande d’Europa con i suoi colori, la sua
luce, le sue ombre, i suoi odori (non sempre gradevoli).
14. Il centro storico più grande d’Europa, con un tale miscuglio di
stili e architetture …. che gli abusi edilizi passano quasi
inosservati !
15. Il centro storico più grande d’Europa, il cui ventre marcio ti
emoziona anche quando dovresti incazzarti.
16. I Palazzi dei Rolli, patrimonio dell’Umanità.
17. La medaglia d’oro per la Resistenza.
18. Avere inventato la Repubblica alcuni secoli prima della
Rivoluzione Francese.
19. Il Genoa e la Sampdoria.
20. La Sampdoria e il Genoa (par condicio)
21. Avere inventato la Banca …. ma di questa invenzione non so quanto
abbiamo da vantarci ….
22. Trentatré chilometri di costa .… che per andare da Voltri a
Capolungo devi marcare ferie !
23. Il vento di tramontana che d’estate benedici perché non sopporti
la “maccaja”. ( Umidità )
24. Il vento di tramontana che d’inverno maledici perché ti taglia la faccia.
25. Le fessure blu cobalto del cielo tra le case dei “caruggi”. ( I Vicoli )
26. La colazione “alla genovese” con la “fugassa” (Focaccia) pucciata
nel caffelatte.
27. I contrasti tra quartieri “bene” e quartieri “degradati”.
28. Portare la tua nuova amica a “vedere la città dall’alto”
29. Piazza dell’Amor Perfetto.
30. Sfrecciare sul lungomare con la Vespa.
31. Gli autobus che si inerpicano anche sulle strade più assurde.
32. “Le donne di Genova, che ridono tra i denti” (Francesco Baccini).
33. Le donne di Genova, che parlano come “camalli” anche quando hanno
l’aspetto da nobildonne …. e troviamo tutto ciò molto attraente !
34. Le donne di Genova, che sembra sempre che ce l’abbiano solo loro
35. Le donne di Genova, che sembra sempre che ce l’abbiano solo loro
…. anche quando sei il loro amante/ fidanzato / marito da dieci anni !
36. Un gatto che scruta il mondo dalla fessura di una persiana verde.
37. Le pietre del Medioevo fianco a fianco con la Modernità.
38. Poter fare il bagno in mare ad ottobre come se fosse la cosa più
normale del mondo.
39. Boccadasse, di giorno e di notte sempre affascinante.
40. Vedere da Via XX il vessillo della città sventolare con orgoglio
sulla Torre Grimaldina.
41. Scoprire angoli della città che non hai mai notato per vent’anni
anche se sono sempre stati lì, sotto il tuo naso, da sempre.
42. Appisolarsi sulla spiaggia senza nessuno che ti rompa le scatole
per sloggiarti.
43. I possenti leoni della cattedrale di San Lorenzo, che non sembrano
per nulla cattivi, ed infatti sono diventati i “cavallucci” più amati
dai bambini.
44. Il “pesto”, che ci offendiamo se gli altri lo copiano, anche se
sappiamo benissimo che oramai lo fanno cani e porci.
45. La vista da Capo Santa Chiara, che vengono le vertigini da tanto
che sei a strapiombo sul mare.
46. I chilometri di ringhiere di ghisa che hanno vissuto mille
stagioni e sono sempre lì, con quel colore indefinito, con quel colore
“un po’ così” .
47. La metropolitana più corta del mondo, che se fossimo in America
sarebbe già diventata un’attrazione tipo Disneyland.
48. Il piacere delle birrerie con i tavolacci di legno che hanno visto
passare generazioni di ragazzi.
49. Inforcare gli occhiali da sole 365 giorni all’anno (o quasi).
50. L’enorme basilica di Carignano, fatta costruire da una famiglia
nobiliare per puro “dispetto” verso i “vicini di casa”.
51. Salire in 10 minuti per “bricchi” ( Montagne attorno a Genova ) e
trovarsi fuori dal mondo.
52. Salire in 10 minuti per “bricchi” ( Montagne attorno a Genova ) e
trovarsi dentro una calda osteria.
53. I veri genovesi …. Quelli che “una parola è poco, ma due sono già troppe” !
54. I veri genovesi, così “chiusi” e così grandi di cuore.
55. Ammirare dai Magazzini del Cotone l’arco del porto al tramonto.
56. Il mare grigio d’ardesia disteso sotto il Belvedere di Castelletto.
57. I mille locali della “movida”: piccoli, caldi e non troppo rumorosi.
58. Sentire i nostri vecchi parlare in dialetto e riuscire a capire
quello che dicono (più o meno).
59. Portare in giro per il mondo il nostro animo sinceramente “antipatico”.
60. Archivolti, antri, colonne, cancelli …. Una città rompicapo,
sempre uguale e sempre diversa.
61. I circoli della “pétanque” ( Boccie ) a Sampierdarena, nemmeno
fossimo in Provenza !
62. Tirare fuori il cappotto dall’armadio solo poche settimane all’anno.
63. Centomila muri scrostati dal tempo.
64. Gli slip e i reggiseni stesi sulle facciate delle case, che ti
chiedi con curiosità di chi saranno ….
65. L’aperitivo delle 19, che non è stato inventato a Genova, ma ci
piace credere che sia così.
66. L’aperitivo delle 19 d’estate, con la brezza che ti asciuga il
sudore di una giornata in spiaggia …. e sei sempre a 10 minuti da casa
….
67. Il selciato e le mura delle “creuze”, immutate nei secoli dei
secoli, mentre oggi le case nuove vanno in malora dopo pochi anni.
68. Le strambe declamazioni di Melina Riccio che puoi leggere anche
sui cassonetti della rumenta (Spazzatura).
69. Prendere in giro i “padani” per le code che si devono sorbire in
autostrada per raggiungerci.
70. La Notte Bianca, dove bisogna farsi largo tra la folla col “machete”.
71. La presenza e il ricordo di De André in ogni angolo della città vecchia.
72. Il “pandolce” …. che non è mica fatto d’aria come quella roba da milanesi !
73. La spruzzata di neve a gennaio che paralizza la città e fa subito
chiudere le scuole di ogni ordine e grado nemmeno vivessimo al Polo
Nord.
74. Il “mugugno”, ( Lamentarsi ) che almeno questo non costa nulla.
75. Il “mugugno”, ( Lamentarsi ) che è diventato il nostro sport preferito.
76. Il misto “torte di verdura” servito in trattoria.
77. La collana di perle delle nostre “brave ragazze”, che poi è la
stessa delle loro madri, delle madri delle loro madri, ecc. ecc.
78. Gli spazi sprecati nel bel mezzo della città, che ti chiedi
sconcertato come sia possibile.
79. La “farinata” …. semplicemente geniale !
80. La Sopraelevata, che in effetti bruttina lo è, ma se non ci fosse
la città rimarrebbe spezzata in due.
81. La Sopraelevata, che in effetti bruttina lo è …. ma che vista ragazzi !
82. Il cartello arrugginito “città denuclearizzata” che ti accoglie
quando torni a casa dalle Riviere.
83. Prendere la granita a Castelletto, anche quando non fa caldo.
84. Indicare educatamente ad un turista la strada per uscire sano e
salvo dai caruggi.
85. Far capire ad un turista che non esiste solo l’Acquario (impresa
molto più difficile).
86. Riuscire a perdersi nei vicoli …. nemmeno fossimo noi i turisti !
87. “Genova è un’idea come un’altra” (Paolo Conte)
88. Le nostre brutture … che solo noi genovesi abbiamo il diritto di
parlarne male !!!
89. La coloratissima “urban art” di Piazzetta Faralli.
90. La storica funivia a cremagliera di Granarolo.
91. La musica ovattata che sale dai locali e dai baretti incastrati in
mezzo agli scogli.
92. I concerti della BuBu Band ballando sui tavoli
93. Ammirare la città dall’alto quando si torna a casa con l’aereo.
94. I colori, i suoni, il caos del vecchio Mercato Orientale.
95. Leggere 10 gradi sul termometro nelle mattine d’inverno e
mugugnare che “fa freddo”.
96. Leggere 10 gradi sul termometro nelle mattine d’inverno, arrivare
a 20 gradi a mezzogiorno, e mugugnare che “fa caldo”.
97. Leggere 10 gradi sul termometro nelle mattine d’inverno, arrivare
a 20 gradi a mezzogiorno …. e ti vien voglia di fare qualsiasi altra
cosa tranne che lavorare !
98. “Che Genova non è mai una cosa sola. Ma sempre due cose assieme, o
tre, o quattro. Sempre, in ogni suo luogo, circostanza e anima”
(Maurizio Maggiani)
99. Genova, che non ammette mezze misure: o si odia, o si ama.
100. Trovarsi in qualunque punto di Genova e pensare che viviamo nella
città più bella del Mondo, anche quando per mille motivi ci fa
“arraggià” (Arrabbiare).
101. Genova va semplicemente pubblicizzata così, coi suoi pregi ed i
suoi difetti unici al mondo, basta solo saperlo fare e pulirla un po’.
9 nov 2011
Le svizzere: hamburger super e davvero gustosi di manzo, salsiccia, mortadella e erba cipollina e l'immancabile Ketchup
Per iniziare il post dedicato a questo ricetta devo parlarvi di un semplice retroscena , stavo pensando al titolo quando mi è venuto in mente una vecchia trattoria in vico Testadoro a Genova dove andavo spesso sino ad alcuni anni fa, per la precisione la trattoria da Maria, anzi scià Maria come diciamo noi, gestita per l'appunto da Maria Manté per innumerevoli anni; citando il nostro giornale locale, il secolo xix, Maria "Ha sfamato legioni di studenti, artistoidi, intellettuali, mezzemaniche, coppiette innamorate e ubriaconi solitari, squattrinati tout court: tanto che a lei e non ad altri Le Monde, il più autorevole quotidiano di Francia, dedicò nel 2003 un reportage di una pagina e mezzo, affidandolo a una delle sue firme prestigiose: Michel Samson, inviato politico e corrispondente da Marsiglia". Si mangiava davvero bene e si spendeva pochissimo, l'ambiente pera particolare e mi ricorderò sempre il suo menù, trovavi scritta: buridda buonissima, spezzatino morbidissimo, torta dolcissima, coniglio gustosissimo, tutto scritto rigorosamente a mano su un pezzo di carta. Ecco pensando al titolo per le svizzere che ho preparato mi è son venute in mente quelle cene e quei pranzi, così ho optato per la dicitura " super e davvero gustoso" perché credo che siano le parole che meglio possono rappresentare questi hamburger. La ricetta è davvero semplice, carne di vitello magra, un poco di salsiccia, un'ottima mortadella, poca paprika affumicata per il profumo e un po' di erba cipollina del mio terrazzo e la ricetta è pronta, giusto il tempo di scaldare la padella larga e via! Ecco quindi la ricetta per queste svizzere super gustose!
Ingredienti per due persone
300 grammi di macinata magra di vitello
150 grammi di mortadella Bologna IGP
100 grammi di salsiccia
Paprika affumicata
sale
Ketchup
Tritare con il mixer da cucina, la carne di vitello, la polpa della salsiccia, la mortadella, alcuni steli di cipollina e un pizzico di sale e paprika affumicata. creare delle palle grandi mezzo pugno e schiacciarle sino ad ottenere la classica forma, eventualmente se lo avete utilizzate l'anghesu (attrezzo) per fare gli hamburger.
Cuocere se padella o bistecchiera calda girandole per 5 o più minuti (dipende dallo spessore). Servire quindi al centro del piatto e, a piacere, accompagnare con ketchup.
Buon appetito a tutte e tutti.
Ingredienti per due persone
300 grammi di macinata magra di vitello
150 grammi di mortadella Bologna IGP
100 grammi di salsiccia
Paprika affumicata
sale
Ketchup
Tritare con il mixer da cucina, la carne di vitello, la polpa della salsiccia, la mortadella, alcuni steli di cipollina e un pizzico di sale e paprika affumicata. creare delle palle grandi mezzo pugno e schiacciarle sino ad ottenere la classica forma, eventualmente se lo avete utilizzate l'anghesu (attrezzo) per fare gli hamburger.
Cuocere se padella o bistecchiera calda girandole per 5 o più minuti (dipende dallo spessore). Servire quindi al centro del piatto e, a piacere, accompagnare con ketchup.
Buon appetito a tutte e tutti.
1 nov 2011
I dolci della tradizione: piccoli pandolci alti genovesi, un classico per le feste
Ma come il pandolce a Novembre alcuni si chiederanno! Si è la risposta, e il motivo è presto detto, è una tradizione della mia famiglia e di molte famiglie genovesi mangiare il pandolce il giorno dei Santi, ricordo sempre che mia nonna quando da piccoli gli chiedevo il perché lei semplicemente rispondeva "Dopo i santi vengono i morti, e se non si son festeggiati i santi non .. ti faran festeggiare Natale!" per cui abbiam sempre mangiato il primo pandolce il giorno dei santi, ricordo ad esempio che alcuni anni fa mi trovavo in trasferta per lavoro in nord Africa e avevo dietro con me in valigia un pezzo di pandolce per poter continuare la tradizione...
Questa volta ho pensato di cambiare un po' e invece che il classico pandolce ho preparato dei piccoli pandolci diciamo da passeggio o merendina, sono semplici da preparare anche se un po' laboriosi in quanto richiedono un po' di tempo per la lievitazione, però vi assicuro sono davvero gustosi. Per la ricetta mi sono affidata a quella pubblicata dall'ottima Fior di sale, la trovate qui (vi consiglio di leggere il suo blog che è davvero interessante), trovo sia quella che si avvicina maggiormente a quella tradizionale, ho solo modificato un po' le dosi e diminuito i canditi per gusto personale e poi il tempo di cottura in quanto invece che averne cotto uno da 1 Kg ne ho cotti 4 da 250 grammi.
Un consiglio per la lievitazione, io uso il programma del forno che mantiene una temperatura di circa 30 / 35 gradi lasciando una tazza con l'acqua all'interno, se non avete il programma apposito accendete il forno e spegnetelo quando avrà raggiunto una temperatura di circa 40 / 50 gradi, fate scendere la temperatura a 35 / 40 gradi e mettete dentro al forno l'impasto, la coibentazione del forno permette di tenere per un po' temperatura ottimale, mi raccomando abbiate rispetto della fase di lievitazione, il lievito di birra è vivo e ha bisogno di tempo e calore per crescere e moltiplicarsi.
Ecco la ricetta per questi ottimi e davvero gustosi piccoli pandolci alti genovesi
Ingredienti
primo lievito:
100g di farina00
50 g di acqua
5 g di lievito di birra.
Sciogliere il lievito in acqua tiepida ed impastare la farina, sino ad ottenere una pagnottella ben compatta. Porre in un recipiente coperto con un telo, e mettere a lievitare in un posto tepido per circa 4 ore; in questo tempo l’impasto dovrebbe raddoppiare di volume.
Seconda lievitazione:
155 g del primo lievito
150g di farina00
75 g di acqua.
Miscelare il precedente impasto (primo lievito) con farina e acqua e riprendere ad impastare, sin ad ottenere una massa ben amalgamata ed elastica. Dopo questa seconda elaborazione, porre l’impasto a riposo in un recipiente coperto ed in luogo tiepido. Ancora una volta il volume dell’impasto dovrà raddoppiare in 4 ore.
Terza lievitazione:
300 g del secondo lievito
370g di farina 00
150 g di acqua
Impastare come in precedenza e riporre ancora una volta la pasta a lievitare in un recipiente coperto e in un luogo tiepido e riparato.
A questo punto si dovrebbe avere all’incirca 820 g di pasta lievitata a cui aggiungere i seguenti ingredienti, 1200 g di farina 00
560g di acqua
320g di burro
10 g di acqua di fior d’arancio.
Impastare tutte l componenti per ottenere un impasto omogeneo elastico e ben distribuito.
Per ultimo aggiungere la frutta :
2400 g di uva sultanina
200 g cedro candito a cubetti
100 g di pistacchi sgusciati
320g di scorza di arancio candita a cubetti
200g di pinoli di Pisa
10 g semi d’anice.
Completare l’impasto sino alla completa distribuzione della frutta in tutta la massa, avendo cura di effettuare l’operazione in pochi minuti, Quindi creare delle piccole palle del peso di circa 200 grammi e porle sulle teglie del forno unte con il burro oppure sulla carta da forno; le sfere dovranno esser ben distanziaei per consentire la lievitazione; lasciare lievitare ancora a 30 gradi dalle 6 alle 8 ore. A lievitazione avvenuta, tagliare la testa dei pandolcini a croce (nella ricetta tradizionale si taglia a triangolo). Infornare a 180 per circa 50 minuti, verificare comunque la cottura via via.
Tanti auguri a tutte e tutti!
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